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IL MONTE DI TUTTI

I primi abitanti furono i Sicani e i Siculi di epoca preistorica, come documentato dai numerosi graffiti di carattere sacro e apotropaico, ritrovati fra gli altri nelle sue caverne.

Chiamato Ercte, dai greci per la sua ripidezza, Gebel Grin (monte vicino) e poi Bulkrin (alterazione di Pulgrin) dagli arabi, e Mons Peregrinus, dai latini. Peregrinus è un vocabolo tratto dal latino classico, non solo nel significato di straniero ma anche e soprattutto di ostile, nemico, chiamato così dai romani che per ben tre anni furono costretti a combattere in zone avverse ed inaccessibili contro i cartaginesi che si erano accampati sulle sue balze.

Oggi il monte è popolato da fedeli che vengono a visitarlo, atleti di varie discipline che lo utilizzano come banco di prova del loro allenamento, turisti che ammirano il panorama della città da un lato e del mare dall’altro, naturalisti, geologi, paleontologi e ricercatori, appassionati di trekking e climbing che ne conoscono tutti gli angoli, insomma la montagna è un pezzo essenziale della citta.

Oggi i Tamil, gruppo etnico di origine indiana, alcuni devoti a Santa Rosalia che salgono sul monte al Santuario, lo considerano come il loro sito sacro nello Sri Lanka: il Kataragama. 

Circa due secoli fa, il monte, faceva parte, insieme alla favorita e ai pantani di Mondello del possedimento privato del Re Ferdinando III di Borbone. Due lettere scolpite nella roccia con una corona sopra si possono ritrovare in varie parti del monte e ne ricordano la proprietà.
Guardatevi intorno davanti l’ingresso, trovate le due iniziali e scrivete le due parole corrispondenti per proseguire nella storia.

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Due lettere scolpite nella roccia con una corona sopra...