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L'ACQUA E LA GROTTA

Lo stillare dell’acqua dal vivo della roccia è sempre stato considerato un fenomeno di natura divina, la prova e che ancora oggi esiste la tradizione dell’incubatio, antica pratica religiosa di dormire nelle vicinanze di pozzi e sorgenti sacre.

La presenza di quest’acqua creò le condizioni favorevoli, in origine, per dare ospitalità agli eremiti, successivamente per agevolare la costruzione della cappella e infine nella costruzione dell’attuale Santuario.

Johann Wolfgang von Goethe

Lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe, in visita in Sicilia, così annotò sul suo diario: “… la grotta è stata lasciata intatta, ma poiché, dalle rocce stilla continuamente acqua, era necessario tenere il luogo asciutto. Lo si è fatto posando lungo gli spigoli delle rocce, delle grondaie di piombo collegate fra loro da vari raccordi; larghe in alto e strette in basso come cono, e tinte di un colore verde sporco, fanno apparire la grotta come tappezzata all’interno di grandi cactus. L’acqua viene immessa, parte lateralmente e parte da dietro, in un limpido bacino, al quale i fedeli attingono per combattere ogni male.”

Lo spettacolo dell’acqua che gocciola visto dal Goethe è ancora lì. È un continuo stillare, è un tintinnio di gocce, suono dolce, suggestivo e riflessivo insieme che risuona nel silenzio della sacra grotta.
Due targhe al muro, una in italiano l’altra in tedesco, fotografano la visita di Goethe al santuario.
Per proseguire nel gioco dovrete inserire l’anno della sua visita.

RICORDA

Scrivi la password usando quel dono prezioso che sono i numeri arabi.

Due lettere scolpite nella roccia con una corona sopra...