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I CULTI NEL TEMPO

Come avete visto, attraversata la facciata vi ritrovate nuovamente a rivedere il cielo. La grotta infatti era quasi ermeticamente chiusa e il luogo, viste le sue qualità, era servito nei secoli per ospitare diverse inumazioni.

L’ingresso antistante la grotta era il luogo dove, ancora prima dell’arrivo di Rosalia, sorgeva un’edicola votiva, dal latino aedicula diminutivo di aedes nel significato di tempio piccolo. L’edicola è scavata sulla parete rocciosa alla destra dell’attuale accesso, ora libero, ma un tempo stretto da un cunicolo di difficile attraversamento.

L’ingresso della grotta, infatti, fu sede indubbia di vari culti che si avvicendarono nei millenni e le cui tracce di questi culti esistono ancora all’interno del Santuario.
Stele del tofet di Cartagine col simbolo del culto di Tanit

Altre tracce, ancora osservabili, come i buchi ricavati nel vivo della roccia, ove si pensa si innestavano delle travi di sostegno, che reggevano un soffitto che correva lungo lo scavo soprastante, attestano la sovrapposizione all’edicola punica di una chiesetta che ospitò per un certo tempo un antico culto della Madonna, divenuto in seguito culto di S. Rosalia.

Proprio dove sorgeva l’antico altare punico, una targa marmorea racconta l’impresa di alcuni schiavi Ruteni fuggiti dai Turchi, e riacquistata la libertà, grazie all’intervento miracoloso della santa, approdarono a Palermo dove offrirono il loro lavoro e parte del bottino per la costruzione del santuario.
Per proseguire nel gioco dovrete inserire l’anno in cui i Ruteni sbarcarono in Sicilia seguito dal nome del tipo d’imbarcazione che gli permise di distaccarsi dall’armata Alessandrina.

RICORDA

Scrivi l’anno in cifre e poi senza usare la barra spaziatrice inserisci il nome del tipo d’imbarcazione usando le minuscole.

Due lettere scolpite nella roccia con una corona sopra...